TARANTO - Un anno tempestoso tra arresti e sequestri di impianti e di patrimoni: per il gruppo Riva e le#39;Ilva di Taranto la data del 26 luglio evocherà i 12 mesi più duri della storia imprenditoriale della famiglia lombarda e dell'impianto siderurgico più grande d'Europa. La prima onda d'urto arriva il 26 luglio 2012 quando, nell'ambito dell'inchiesta-madre sulle#39;inquinamento ambientale della città vengono sequestrati per disastro ambientale, senza facoltà d'uso, gli impianti dell'area a caldo dell'Ilva, affidati a quattro custodi giudiziari. Otto persone finiscono agli arresti domiciliari: tra di loro, il patron dell'Ilva, Emilio Riva, il figlio Nicola e l'ex direttore dello stabilimento tarantino Luigi Capogrosso.
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